IL CAFFE', NON DA BERE

Discussioni letterarie a bordo


È da oltre dieci anni che l'associazione "Treno Per La Memoria" lavora sul territorio organizzando il viaggio al quale abbiamo preso parte. Molte sono state le attività organizzate a Cracovia, visite, conferenze e concerti, ma non è stato tralasciato il viaggio in treno. Da quest'anno c'è stata sul treno una novità: il caffè letterario.

Segue il concetto degli antichi caffè letterari europei, dove letterati si incontravano per discutere sulle ultime pubblicazioni, sulle notizie del giorno e a fare poesia. Più o meno la stessa struttura viene ripetuta sul treno: un vagone, che di solito è quello adiacente a quello della biblioteca, appunto per mostrare un certo filo conduttore. Il vagone caffè, infatti, è pensato sia come posto per bere un caffè dopo pranzo, ma anche come luogo di ritrovo, soprattutto con altre persone, che non fanno parte del proprio gruppo. Durante tutta la giornata (e la notte), il caffè è popolato da studenti e adulti che chiacchierano sul viaggio, sui problemi di sonno o che semplicemente giocano a carte.

Ma è in speciali momenti della giornata che il caffè cambia il suo aspetto molto informale e viene preparato per ospitare discussioni letterarie. Nel nostro viaggio diversi sono stati questi momenti organizzati, anche se la tabella di marcia è stata rivoluzionata a causa del lungo ritardo , e in uno di questi ci è stato chiesto di presentare una nostra ricerca, della quale potevamo scegliere liberamente il tema.

Abbiamo deciso di collegarci al lavoro esposto nella biblioteca del treno, i cartelloni con le tematiche trovate nelle graphic-novel, sviluppandolo ulteriormente, concentrandoci soprattutto su due dei fumetti letti, cioè "Noi non andremo a vedere Auschwitz" di Jèrèmie Dres e "La seconda generazione", Michel Kitchka. I protagonisti di entrambi i fumetti sono parte delle generazioni che seguono i sopravvissuti, rispettivamente della terza e seconda generazione, e ci è sembrato interessante ragionare su quali fossero state le reazioni dei nipoti e dei figli di coloro che sono partiti per il viaggio della deportazione. Ci sono sembrati particolarmente interessanti anche per la loro profonda differenza, sia dal punto di vista grafico che narrativo.

Sei di noi si sono dedicati all'analisi di questi due fumetti: dopo averli letti ci siamo confrontati su quali fossero i temi che ci sarebbe piaciuto presentare. Tre di noi si sono dedicate al romanzo di Dres, "Noi non andremo a vedere Auschwitz" e tre a "La seconda generazione", la struttura delle presentazioni peró si è ripetuta: una di noi ha presentato il libro nella sua storia e trama, gli altri due hanno sviluppato in maniera più approfondita due tematiche pregnanti nel libro.

I nostri spettatori erano molto interessati e grazie all'originale argomento del fumetto per raccontare la Shoah, è nata dopo la nostra presentazione una discussione e molti sono state le reazioni positive. Per concludere, alle nostre presentazioni ne sono seguite altre di libri, anch'esse molto interessanti.
Il format del caffè ci è molto piaciuto e abbiamo trovato alcune somiglianze con i lavori che già facciamo in classe quando leggiamo dei libri e ne discutiamo insieme. Abbiamo non solo conosciuto nuove storie, ma anche avuto un’occasione di dialoghi produttivi e scambi di opinioni.

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