LE CONDIZIONI IGIENICO-SANITARIE DEI CAMPI

La presentazione che ha attirato maggiormente la mia attenzione è stata quella del gruppo della 1AL che ha parlato delle condizioni igienico-sanitarie all'interno dei campi. È stato molto interessante capire in maniera approfondita come vivevano uomini, donne, bambini e anziani. I materassi sopra i quali dovevano dormire erano ricoperti di escrementi, i bagni pubblici erano tutti all'aperto e quindi non era tutelato il loro diritto alla privacy. Essi potevano lavarsi utilizzando esclusivamente due pozzi. Avevano una divisa che non veniva mai pulita, composta da mutandoni, pantaloni, camicia e zoccoli, i quali provocavano numerose ferite in quanto scomodi per camminare e soprattutto per lavorare. I detenuti ricevevano 3 pasti al giorno, composti però da cibo molto povero come zuppe o pane: per questo molti prigionieri riuscivano a resistere pochi mesi, in quanto cominciavano ad accusare sintomi di debilitazione che li avrebbero condotti alla morte. Frequenti erano anche i casi di avvelenamento attraverso il cibo. Le malattie erano numerose, come per esempio il tifo, la febbre presa molte volte a causa del freddo e alcune malattie che venivano trasmesse anche semplicemente attraverso piccole infezioni. Per curare queste infermità venivano utilizzate aspirine e pastiglie di carbone. Vennero costruiti dei blocchi come infermerie, però essi venivano utilizzati anche per altri scopi, come per esempio per verificare la resistenza umana. Molti detenuti venivano uccisi appositamente poiché su di essi veniva poi praticata l'autopsia. Altri invece vennero utilizzati per sperimentare l’elettroshock. Insomma, ciò che questi deportati dovettero sopportare li portò ai limiti dell'esasperazione, della fame e della sete. Molti non riuscirono a uscirne vivi, altri invece, per coraggio e talvolta anche per fortuna, si salvarono. 

                                      

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