STARE IN PIEDI NELLA RIVOLUZIONE DEI GELSOMINI
La foto scattata
il 23/05/2013 immortala un momento delle Rivoluzioni dei Gelsomini, uno movimento
partito dalla Tunisia in cui la mobilitazione è avvenuta attraverso i social.
Queste manifestazioni contro il regime autoritario avevano inoltre motivazioni
ecologiche in quanto si opponevano alla distruzione di un parco per costruire
un centro commerciale. La ragazza con il vestito rosso che in mezzo ai
manifestanti rimane in piedi FERMA, contro tutta la massa che si muoveva
scappando dai poliziotti che li bagnava con gli idranti, diventa il simbolo
della rivolta contro Erdogan e diviene
anche ispirazione per performance creative. Un coreografo si mette immobile
davanti allo stendardo rosso del governo per sette ore e la gente inizia a fare
lo stesso,(performance dell’uomo in piedi). L’uomo ha dichiarato: “Dopo tutto
quello che è stato detto in questi giorni, l’uomo ha taciuto. Perciò è
diventato il simbolo di un essere umano anonimo che ha taciuto ed è rimasto
fermo e zitto come un albero dritto e paziente che cresce che guarda che
respira e fa respirare, come un seme che dentro ha già tutto che figlio di
questi giorni ed è speranza per domani e nel suo silenzio e immobilità. L’uomo
si è fatto poesia ed ha costretto lo spettatore
a giudicare”. La docente ha accennato l’influenza che i social network
hanno nella nostra società. Essi rappresentano un flusso di immagini che
emozionano, ma sono fine a sé stesse perché non provocano le stesse emozioni
come se viste dal vivo. Per lei servirebbero più immagini che buchino la
realtà, ma quale realtà?
La
nostra immagine che fa riflettere : sono
presenti corpi che si muovono nel mondo, che piegano la schiena, postura che
adotta il servo nella nostra mentalità. Le persone con la schiena diritta,
invece, simbolizzano nel nostro immaginario una persona integra e rigida, ma
anche un invito al controllo non solo estetico, ma anche della sfera
emozionale. La ragazza avrà un atteggiamento individuale del suo corpo in
contrasto della massa che scappa, ma in realtà non è sola contro tutti :la sua
figura è caratterizzata sia da eroismo sia da coraggio , se scappasse non ci
sarebbe nulla di male, ma la ragazza compie un gesto individuale che risuona in
una manifestazione pubblica, che viene raccolto dal coreografo. La donna perciò
ci dà un’idea di un arresto dell’eccitazione che viene da un coinvolgimento.
Esiste, infatti, sempre un
peso emotivo e una difficoltà di reggere emotivamente ed intellettualmente un
coinvolgimento, che può essere provocato da immagini viste anche solo dal
telefono. Questo provoca diverse reazioni come eccitazione, ansia, ma anche
volontà di fare qualcosa. Questo tipo di desiderio può anche passare attraverso
il silenzio e diventare una presa di posizione anche senza fare nulla
apparentemente
Il
coraggio diventa la caratteristica fondamentale della ragazza perché lei mette
se stessa al centro di una situazione ( in cui al centro c’erano altri) contro
un potere autoritario e burocratico consapevole che si può fare poco contro
questi regimi da soli.
Laura
Boella ci propone questa riflessione perché molte volte la frenesia del fare (anche
se lodevolissima) senza competenze specifiche crea a volte problemi. Ci porta come esempio
dei suoi alunni che durante la guerra volevano andare in Kossovo, ma lei ha
trovato più utile il voler capire cosa succede nella zona: non sempre lo
stimolo a fare qualcosa, infatti significa sempre AGIRE. Si può essere
spettatori o attori e lo si diventa rispondenti e responsabili nel momento in
cui da un atteggiamento da spettatore si passa ad un atteggiamento di fare
parte della realtà.
Ci ha
poi parlato di Milena Jesenska. Come la ragazza della Rivoluzione dei Gelsomini
anche Milena Jesenska rappresenta che cosa sia la responsabilità.
https://lamemoriadelliceo.blogspot.it/2018/04/incontro-con-laura-boella.html
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