Ausmerzen di Marco Paolini - I figli dell'indifferenza
In occasione della giornata della memoria le classi quarte del Liceo
Daniele Crespi di Busto Arsizio hanno assistito alla proiezione dello
spettacolo teatrale “Ausmerzen”, interpretato da Marco Paolini e
successivamente hanno riflettuto sulle tematiche più importanti.
Questo monologo tratta non solo il tema dello sterminio, ma riflette anche
sull’Aktion T4. Da essa emerse il programma nazista di
eugenetica che prevedeva la soppressione o la sterilizzazione di persone
affette da malattie genetiche, inguaribili o colpite da disabilità fisiche, al
fine di evitarne la trasmissione, attraverso l'ereditarietà del patrimonio
genetico, alle generazioni future.
Nel film-monologo, Marco
Paolini sottolinea l'importanza della memoria, del ricordo dei tragici eventi
avvenuti durante la seconda guerra mondiale. Ci insegna che l’arte serve
soprattutto per allacciare i fili della memoria, per chiederci se potrebbe
accadere ancora, se l'umanità potrà essere di nuovo protagonista di una futura
persecuzione. Nella storia non ci sono mai tempi in cui la democrazia è un
fatto scontato. C'è sempre la possibilità che si ripeta un genocidio, perché in
tutte le epoche potrebbe prevalere una dittatura. Le zone d'ombra di ogni uomo
non devono mai prendere il sopravvento.
Questo importante monologo ha
anche sottolineato l'importanza di coloro che si schierano con coraggio dalla
parte di ciò che è giusto, mettendo a rischio la propria vita per sostenere
ideali, quali il pensiero liberale, il confronto e la democrazia. Deve
diventare una priorità tutelare i diritti di tutti, soprattutto quelli delle
minoranze e dei più deboli.
Come sosteneva Don Milani
"l'obbedienza non è più un valore", perché di fronte alla coscienza
non esistono alibi. L'indifferenza non è giustificabile, perché a causa di essa
sono potuti accadere I più grandi errori. Anche se molte volte è comoda, rimane
ingiusta.
Certo, la responsabilità è soprattutto
della collettività, che rappresentava la coscienza di un intero popolo; non ha
preso posizione di fronte ai soprusi, non ha scelto la ribellione come forma di
coraggio e di giustizia.
Ci siamo chiesti inoltre quale
sia l'atteggiamento di oggi nei confronti delle migrazioni, del diverso, dello
straniero. La complessità e la diversità devono essere una risorsa e una
ricchezza, non un ostacolo. Abbiamo aperto un dibattito sulla situazione
attuale dei centri di immigrazione e sull'opinione pubblica che nella nostra
società tende verso posizioni estremiste. Bisogna acquisire consapevolezza e
sapere a cosa possono condurre certi atteggiamenti se radicalizzati e
sostenuti.
L'anticonformismo spaventa
perché è potente, diverso e potenzialmente migliore dal punto di vista di
arricchimento personale, della scoperta delle potenzialità dell'altro.
Ci siamo inoltre chiesti che
cosa avremmo fatto se ci fossimo trovati a vivere in Germania negli anni ‘30, o
se avremmo scelto il dissenso nella società nazista. Inoltre abbiamo riflettuto
sul valore del processo di Norimberga e delle condanne a morte dei nazisti.
Di fronte all'ingiustizia
siamo esortati ad agire, questa è una scelta per non essere spettatori passivi
di ciò che succede.
Sconcertante è sapere che
molti criminali nazisti non hanno neanche avuto rimorsi di coscienza, perché
questo sterminio è continuato anche dopo la guerra: ancora oggi esistono neo-nazisti.
Persone di cultura, senza
morale e coscienza, credevano di fare qualcosa di giusto e di valido. Il mito
della razza venne accettato e riprodotto nella realtà: prima era solo un'idea,
poi divenne una visione del mondo che si è fatta storia e si è tradotta in
realtà e prassi. L'ideologia influisce nei processi storici e li cambia, li
trasforma. L'opinione pubblica consenziente e favorevole è la cosa più grave.
Tutti erano perfetti cittadini e ufficiali, che obbedivano agli ordini.

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Elisa Landoni

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