MUSIC BOX

Titolo: Music Box - Prova d'accusa
Titolo originale: Music Box
Regia: Costa-Gavras
Principali attori: Jessica Lange (Ann Talbot), Armin Mueller-Stahl (Mike Laszlo), Frederic Forrest (Jack Burke), Doanld Moffat (Harry Talbot), Lukas Haas (Mikey Talbot)
Genere: drammatico
Anno: 1989
Paese: USA
Durata: 124 minuti
Music Box inizia semplicemente: Ann danza con il padre, Mike Laszlo, durante un festival ungherese a Chicago. Laszlo appare come un padre calmo e gentile che manifesta grande affetto verso la figlia e Lukas, suo nipote. Ma presto il governo americano informa Laszlo che intende requisire il suo documento di cittadinanza e deportarlo in Ungheria, poiché incolpato di crimini di guerra. Ann, assolutamente convinta della sua innoceneza, accetta di difendere il padre durante il processo e costruisce la difesa sostenendo che ci stato uno scambio d'identità con il suocero, il quale era stato un antisemita. Inoltre sostiene che il governo ungherese abbia diretto il processo contro il padre perché quest’ultimo aveva organizzato una dimostrazione anti-comunista a Chicago cinque anni prima. L'innaturale calma del padre durante il processo potrebbe dimostrare un’evidente prova della sua innocenza oppure la fredda facciata di un killer. Solo la scoperta di un vecchio ed elegante carillon permetterà ad Ann di venire a conoscenza della verità.

Music
Box offre spunti di riflessione
e domande molto importanti, come l'eterno conflitto tra la giustizia
e i legami familiari e affettivi. Come si dovrebbe comportare una
figlia dopo aver scoperto i crimini di cui si è macchiato il padre,
come la tortura, lo stupro e l'omicidio? Sotto questo punto di vista
il film rende con chiarezza ed efficacia la risoluzione di Ann, la
quale, nonostante il forte affetto che la lega al padre, crede che
egli debba pagare per ciò che ha fatto. L'importanza rivestita
dall'ideale di giustizia è rappresentato dalle stesse parole
pronunciate da Ann relativamente al giudice: "Non mi interessa
che sia ebreo, mi interessa che sia giusto".
Un altro tema
interessante é sicuramente quello della testimonianza. Uno degli
accusatori, Frederic Forrest, descrive le azioni di Laszlo proprio
con le seguenti parole durante il processo, dopo aver ascoltato i
racconti dei testimoni: ''Qui non stiamo parlando della banalità del
male. Stiamo parlando dell'incarnazione della malvagità".
Infatti, quando i sopravvissuti della Shoah testimoniano di esser
stati torturati e i loro familiari assassinati, sembrano
materializzarsi davanti agli occhi degli ascoltatori i tragici e
orrendi atti che sono stati compiuti nei loro confronti da Mike. Allo
stesso tempo la risonanza e la profondità delle loro parole
sottolinea il peso della storia che sono costretti a portare sulle
spalle e l'importanza del ricordo.
Il film è stato molto apprezzato, poiché
prende in considerazione un punto di vista molto interessante, ovvero
quello del colpevole e delle persone legate a quest’ultimo da un legame
familiare a affettivo.

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