UNA CONDANNA SILENZIOSA





C’è un nodo duro e dolente nella letteratura ebraica tra gli scrittori che hanno a che fare con la dimensione della memoria e dell’oblio: molti sopravvissuti allo sterminio spesso si rifugiarono nel silenzio perché non volevano raccontare la dolorosa esperienza vissuta. Dopo la Shoah ci sono stati molti anni di silenzio prima che si iniziasse a scrivere delle testimonianze sull’esperienza dei campi di concentramento. L’argomento sembrava quasi essere stato censurato, nessuno voleva più parlarne un po’ per paura di non essere creduti ma soprattutto perché non si voleva rivivere il trauma di questa esperienza.



Uno di questi è Michel Kichka, un illustratore israeliano che racconta tramite un innovativo fumetto dal titolo "La seconda generazione", il peso del silenzio del padre, internato a Buchenwald, che per anni si rifiuta di parlare della sua vicenda.


Una delle prime testimonianze invece fu quella di Primo Levi riportata nel libro “Se questo è un uomo” pubblicato nel 1947. Levi racconta la sua deportazione al campo di Auschwitz avvenuta nel 1943 fino alla liberazione il 27 gennaio del 1945. L’opera viene pubblicata tre anni dopo e racconta la vita nel campo di concentramento in modo molto oggettivo perché come disse lo stesso Levi il libro era «nato fin dai giorni di lager per il bisogno irrinunciabile di raccontare agli altri, di fare gli altri partecipi».

Dopo questo libro molti sono stati i romanzi dedicati a questo tragico evento ma le testimonianze più importanti si avranno dopo circa una ventina d’anni quando i superstiti troveranno il coraggio di parlare.

Due testimoni fondamentali che abbiamo incontrato in due momenti diversi sono Liliana Segre e Oleg Mandic entrambi sopravvissuti al campo di sterminio Auschwitz Birkenau ed entrambi poco più che bambini quando hanno lasciato il campo.






Liliana Segre inizia a testimoniare dal 1995 circa, dopo che per anni non ha parlato della sua esperienza pubblicamente. E' una delle testimonianze del libro “Voci dalla Shoah. Testimonianze per non dimenticare” del 1996 e nel 2015 pubblica il libro “La memoria rende liberi”. In questi giorni c’è una grande attenzione mediatica nei confronti di Liliana Segre che è stata nominata senatrice a vita il 9 gennaio 2018 per altissimi meriti in ambito sociale che riguardano ovviamente la sua campagna di informazione e testimonianza nelle scuole.



Oleg Mandic pubblica invece il libro “L’ultimo bambino di Auschwitz” nel 2016: in esso ripercorre la sua esperienza nel campo di concentramento dove è stato deportato perché figlio di un partigiano titino.




Oltre a questo tipo di libri-testimonianze, abbiamo dei veri e proprio romanzi che analizzano diversi aspetti della Shoah come per esempio i rapporti tra i deportati, la vita nel campo, il viaggio di ritorno o la vita dopo Auschwitz ma anche gli effetti che l’antisemitismo ha avuto nella vita quotidiana. Abbiamo letto alcuni di questi: “L’amico ritrovato” di Fred Uhlman, “Il giardino dei Finzi-Contini” di Giorgio Bassani, “La tregua” di Primo Levi, "Il diario clandestino" di Giovannino Guareschi.

                                                                                                                                         Giada Bianchi

                                                                                                                                          Anna Pasqual

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