DIMENTICATOIO DI MEMORIA



Per la Giornata della Memoria 2018 le classi terze del Liceo Daniele Crespi si sono recate al Memoriale costruito nella stazione di Milano Centrale; si trova in corrispondenza di quel binario 21 da cui, circa una settantina di anni fa, centinaia di vittime tra ebrei e prigionieri politici partirono per quei lontani e inumani campi di concentramento, da cui solo un’irrisoria percentuale tornò indietro. Oltre a rappresentare un luogo fisico che ricordi i deportati e i loro viaggi, il Memoriale è “un luogo di studio, ricerca e confronto” per questa e per le prossime generazioni, secondo quanto sostenuto dagli stessi ideatori. Deve essere, infatti, “un laboratorio” che prevede studi, mostre temporanee e approfondimenti sulla Shoah, un centro che educhi alla convivenza e allo stesso tempo alla strenua lotta contro l’oblio dell’indifferenza, verso cui, purtroppo, dopo quasi un secolo si tende. 


I ragazzi di terza si sono sentiti “coinvolti e partecipi”, completamente assorbiti in quel luogo dove i destini di migliaia di persone del passato e del presente si intrecciano e creano una sorta di nuova consapevolezza di ciò che è successo. Nessuno di loro è restato indifferente e lontano col pensiero, poiché “l’impostazione del Memoriale era fatta in modo da farci seguire un percorso ben delineato e ricco di spunti di riflessione provenienti non solo da dati storici scritti, ma anche da strutture volte a rievocare sensazioni e percezioni simili a quelle dei deportati”.

Sempre a detta dei ragazzi, la parte più intensa è stata l’entrata nel vagone bestiame in legno presente sul binario, dato che “eravamo in 50 e si stava strettissimi, e la guida ha commentato che lì venivano stipate addirittura 80 persone; non ci potevamo credere, il senso di claustrofobia e oppressione era già intenso così”. 


A colpirli visivamente, poi, sono stati sia i nomi dei deportati proiettati sullo schermo per la loro quantità, sia le targhe metalliche lungo il binario, riportanti le date in cui i diversi convogli hanno lasciato Milano per dirigersi o direttamente in Polonia o verso altri campi di smistamento italiani, come Verona, Fossoli e Bolzano. I ragazzi hanno infatti convenuto che non erano a conoscenza del fatto che fossero sorti campi anche sul suolo italiano; avvenimento storico di cui, in effetti, ancora poco si parla. “Sapere che così tante persone sono state deportate e che così poche sono sopravvissute mi ha fatto davvero rendere conto di quanto il loro destino fosse segnato e difficile da cambiare” commenta una studentessa. 


Inoltre, in occasione della testimonianza tenutasi al Memoriale della recentemente dichiarata Senatrice a vita Liliana Segre, ai ragazzi della classe 3BL è stato chiesto di formulare un pensiero o una domanda per approfondire una conoscenza che non si vuole resti solo sui libri di testo.

“Grazie. Questa è l’unica parola adatta per esprimere quello che penso. Vorrei dirglielo in tutte le lingue del mondo: grazie. Grazie Liliana, per essere qui oggi a testimonianza di un tetro passato che non va dimenticato, tantomeno ignorato. Le sue testimonianze, così come l’esperienza al Memoriale di Milano, sono servite più di mille parole e spiegazioni tra i banchi di scuola: a volte ci serve una verità detta senza filtri come la sua per farci comprendere la realtà.” scrive Martina.

“Iniziamo col farle i complimenti per la carica di senatrice a vita ottenuta: una carica meritata data la sua storia importante. In occasione della Giornata della Memoria abbiamo avuto la fortuna di visitare il Memoriale della Shoah a Milano e ne siamo rimaste veramente molto colpite: sapere di essere nel luogo da dove erano partite decine di persone senza colpa. Crediamo che lei sia un esempio di forza: forza di voler andare avanti nonostante tutto, forza di voler dimostrare che l’odio e l’indifferenza non possono abbattere la vita di un uomo, una donna o, come nel suo caso, di una bambina. Lei, come tutti coloro che hanno subito questi soprusi e sono sopravvissuti, insegna ad amarsi, perché senza amore verso se stessi non si riesce ad andare avanti” affermano invece Alice e Gaia.



Dopo aver ascoltato le impressioni di tutti i ragazzi partecipanti rimane chiara una cosa: al di là delle utili e fondamentali informazioni scolastiche e delle parole dei testimoni, il trovarsi fisicamente in un luogo volto alla commemorazione e contemporaneamente teatro di tragedie come queste ha contribuito in maniera significativa e decisiva ad avere uno sguardo più profondo e completo riguardo l’argomento. Ed è stata senza dubbio la grande scritta “indifferenza” all’ingresso del Memoriale a rimanere impressa nella loro mente, proprio perché l’opposto della vita non è la morte, ma proprio l’indifferenza e il disinteresse generale, che rischiano, col passare del tempo e senza esperienze come queste, di portare metaforicamente la Giornata della Memoria nel Dimenticatoio. 

                             
                                                                                                                                          L.T.

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